Risposta degli esperti del riscaldamento, climatizzazione, idraulico ecc
Gentile Alessio,
visto la descrizione che ha fatto della sua abitazione posso rispondere che sicuramente ha modo di isolarsi dall’impianto centralizzato, proprio in funzione del fatto che il suo appartamento si trova all’ultimo piano del palazzo, sia che la palazzina fosse di nuova edificazione, che esistente.
Secondo le moderne tecniche costruttive le imprese, oggi, predispongono una dorsale condominiale dalla quale si diramano le montanti autonome per ogni singolo appartamento e non singole montanti per le colonne dei vari impianti, questo per consentire la possibilità di contabilizzazione autonoma.
Purtroppo essendo la sua palazzina degli anni ’50 è quasi sicuro che ci si possa trovare nella situazione di avere colonne distinte per ciascun radiatore e ciò significa che per rendersi autonomi dal condominio deve far realizzare un bypass per ciascun radiatore, per poi creare un circuito ad anello all’interno della sua abitazione che venga servito dalla nuova caldaia che andrà ad installare.
E qui un nuovo problema.
Considerando che la palazzina non è servita dalla rete del gas, dovremmo ragionare su soluzioni che sfruttino l’elettricità o altre fonti di calore, come le biomasse.Se volessimo pensare a qualcosa di elettrico bisognerebbe ragionare su una caldaia elettrica o su di una pompa di calore aria/acqua da posizionare in terrazzo. Con un appartamento degli anni ’50, anche se gli infissi sono per “risparmio energetico” il problema delle dispersioni è enorme in quanto all’epoca non c’era l’abitudine di isolare i muri e di prevedere i tagli termici, tanto meno i soffitti ed i tetti, quindi dobbiamo considerare che la sua abitazioni sia in classe energetica molto bassa e che quindi necessiti per lo meno di 150W/m2 che per la superficie totale di 85 m2 significa un apporto per il solo riscaldamento di 13 kW, più c’è da considerare la necessità di avere la produzione di acqua calda sanitaria.
Se parlassimo di caldaia a gas la cosa sarebbe semplice, perché con una murale da 25 kW potrebbe rendersi indipendente, ma se parliamo di elettricità queste potenze sono impensabili, visto che lei ha un contatore elettrico da 3 kW. Se pensassimo ad una pompa di calore aria/acqua che mediamente hanno un COP (coefficiente di performance) di 3,5 servirebbe una macchina da 4 kW in assorbimento, quindi potrebbe valutare di aumentare il contatore a 6 kW, ma nel momento della scelta della macchina deve verificare che sia in grado di innalzare la temperatura dell’acqua a 60°C e inoltre necessiterebbe di un po’ di spazio per un accumulo che le faccia da volano termico.
Se volessimo invece pensare a qualcosa di più semplice e probabilmente economico suggerisco di valutare la possibilità di staccarsi dall’impianto, facendo togliere anche i radiatori e bypassando l’impianto condominiale, scegliendo di installare una o due stufe a pellet con canalizzazione dei flussi all’interno dei vari ambienti da riscaldare.
Da verificare la possibilità di installare la canna fumaria esterna come previsto dalle norme vigenti.
Richlight